16 Agosto… Il Sandro… Fassi

Chi era Sandro Fassi?

Sandron 3Sandro era un trascinatore e un maestro nell’accompagnare quei giovani che volevano conoscere il fascino dell’alpinismo in montagna. Un uomo che condivideva la sua esperienza personale perché questa diventasse patrimonio di molti.

Non si atteggiava mai al primo della classe, perché voleva che i giovani diventassero protagonisti nel valutare difficoltà, pericoli oggettivi e sicurezza.

“Sapeva tirar fuori, a chi gli stava vicino, tutto quello che poteva dare...perché Sandro riusciva a dare, anche alle salite più semplici, il gusto dell’avventura, della conquista” (Ottavio Dezza).

Era l’agosto del 1984. Si parte da Nembro con un furgone Transit e una 127: destinazione Courmayeur. Si fanno ospitare dagli amici del Cai di Calolziocorte, che in Val Ferret hanno piantato le tende.

Dopo alcuni giorni si decide di andare sul Monte Bianco. L’itinerario scelto è la Sentinella Rossa, così nominato per il torrione di roccia rossastra che domina il versante Est della Brenva. La prima salita fu effettuata nel settembre dei 1927 da Graham Brown e da Francis Smythe. Nel marzo del 1961 Walter Bonatti e Gigi Panei effettuarono la 1^ invernale.

Fassi/Bergamelli e Spiranelli/Moioli, vogliono passare da lì per salire sulla vetta del Monte Bianco. “Splendido e grandioso itinerario su terreno misto, uno dei più belli del Monte Bianco”, così Gino Buscaini la descrive nella “grigia” Guida Dei Monti d’Italia.

Il “Berga”, ricorda Ennio, “aveva iniziato presto ad arrampicare, ma si era accorto che i campi di calcio e le signorine lo distraevano e gli procuravano gli stessi piaceri. Dopo alcuni anni, però, non poté resistere al richiamo della montagna e riprese a sbrindellarsi i polpastrelli sui traversi della cava”.

Le cordate lasciano il Bivacco Ghiglione, che ghiaccio della Brenva, con la massima attenzione, concentrazione, sorge sul colle de Trident (da molti anni sostituito dall’adiacente Bivacco della Fourche) e si muovono sul determinazione. Sullo stesso itinerario anche due cordate olandesi incontrate al Bivacco.

Vito e Sandro

È l’alba. In una frazione di secondo un urlo si diffonde nel canalone e spezza lo stomaco, per rimanere scolpito nella testa: “Ocio Vito”...!!

Ennio S. e Antonello M. erano a poca distanza “li abbiamo visti sfrecciare davanti agli occhi come due ombre” ricorda Antonello. Con quel grido e quel flash dei due amici che volano verso il basso, devono fare i conti per poter raggiungere la vetta del Monte Bianco. Poi giù fino al Rif. Gouter dove riescono a chiamare i soccorsi.

Era il 16 agosto.

Sandro fu tra i protagonisti nel diffondere l’importanza di una preparazione atletica specifica per l’arrampicata. Spesso lo trovavi ad allenarsi in Cava, luogo d’eccellenza per molti climber bergamaschi e non solo.

Era Istruttore Nazionale di Alpinismo e Tecnico del Soccorso Alpino, oltre ad essere stato componente di diverse spedizioni extraeuropee. Nell’agosto del 1981 con la Spedizione “Citta di Bergamo” raggiunse con Gigi Rota e Battista Scanabessi la vetta del Nanga Parbat (mt 8126).

Aveva un lungo curriculum di salite alpinistiche al suo attivo: esperienza e determinazione da vendere!!

Alla Scuola Nazionale di Sci Alpinismo della nostra Sottosezione, dedicò il suo disinteressato impegno, contribuendo a divulgare la passione per la montagna. Era attento e consapevole di come fosse importante trasferire a tutti gli allievi, le conoscenze sulla sicurezza nell’andare per monti.

“Puntiglioso, amava la precisione voleva a tutti i costi la sicurezza” è Angelo Carlo Villa, componente nella citata spedizione al Nanga Parbat, che lo ricorda con queste parole sull’ annuario CAI di Bergamo del 1984.

Sotto la spinta di Franco Maestrini la nostra Sottosezione legò il nome della Scuola a quella di Sandro, riconoscendogli il ruolo fondamentale che ebbe nella crescita della Scuola Nazionale di Sci Alpinismo.

Ricordando Sandro, ci sentiamo orgogliosi per essere stati suoi compagni di viaggio, suoi compagni di cordata, aiuto istruttori, o suoi allievi, o semplici amici.

Vuoi approfondire la conoscenza di Sandro? Sul libro “Nembro in Montagna” o sull’ Annuario CAI di Bergamo 1984, che trovi presso la nostra Biblioteca, scoprirai altre informazioni.

Agosto 2022 (pg)

Club Alpino Italiano

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