2022 - estate eccezionale per i ghiacciai?

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Estate eccezionale? Eccezionale? Ma se ormai questo aggettivo lo dobbiamo usare un anno sì e l’altro anche? E se poi arrivasse un’estate peggiore di quest’ultima come la definiremo? Eccezionale al quadrato? Non è facile trovare gli aggettivi giusti per descrivere cos’è successo negli ultimi 4 mesi sui ghiacciai lombardi, italiani, alpini.

Trobio1935 2019 1935  Trobio1935 2019 2019

È pur vero, che in un regime climatico caratterizzato da temperature in aumento, i record si battono più facilmente, ma l’anno idrologico 2022 è stato qualcosa di più. Un’anomalia da costringerci ad aggiornare tutte le scale grafiche per i nostri bilanci di massa, ma che speravamo non potesse arrivare così presto e con questa forza. Tutte le previsioni fatte a giugno, quando avevamo registrato un deficit del 70% di innevamento, sono state confermate e aggravate, dalle temperature tropicali che hanno imperversato da maggio ad agosto.

I nostri bilanci di massa con serie decennali non sono, come al solito negativi, ma sono talmente negativi che raggiungono valori di perdita volumetrica doppi rispetto all’annata peggiore precedente. Per assurdo, i 7,55 m di spessore di ghiaccio perso sulla lingua orientale del ghiacciaio di Fellaria a 2650 m, sono in assoluto qualcosa di mai registrato, in tutte le nostre serie storiche, su nessun ghiacciaio lombardo.

Non risulta essere neppure troppo sorprendente o anomalo rispetto a quanto registrato a quote più elevate, dove persino oltre i 3500 m di quota, abbiamo perso ghiaccio o neve degli anni precedenti.
Da quest’anno una nuova camera Time-lapse (Enlaps Tikee 3pro) installata al Fellaria a fine giugno, ha efficacemente reso visibile gli effetti della crisi climatica su una lingua glaciale alpina. La camera storica, installata sulle rive del lago del ghiacciaio nel 2019, ha invece il merito di tenere traccia dei cambiamenti su scala pluriennale, sebbene il ghiacciaio si allontani sempre di più e diventi sempre più piccolo nell’immagine che viene registrata. Del resto, si parla di quasi 26 m di spessore di ghiaccio perso in soli 4 anni, o meglio, visto che il ghiaccio perde spessore solo in estate, in circa 16 mesi complessivi.

Un anno fa scrivevamo che i ghiacciai non hanno orecchie per ascoltare le inconsistenti promesse, di fatto chiacchiere al vento, che negli ultimi 40 anni non hanno portato a nessun risultato significativo.
Ridurre le emissioni sino ad azzerarle, e contemporaneamente estrarre i gas climalteranti emessi dalle attività umane, come CO2 (biossido di carbonio), CH4 (metano), N2O (protossido d’azoto) etc, già accumulati nell’atmosfera, è la via obbligata per cercare di stabilizzare il clima e di conseguenza l’unica possibilità per salvare quel che resterà dei ghiacciai alpini (e non solo loro).

Niente è migliorato nell’ultimo anno, le emissioni del 2021 hanno segnano un + 6% raggiungendo il valore record di tutti i tempi. A questo punto con amarezza non può che venirci in mente, nonostante le belle promesse degli Accordi di Parigi del 2015 o delle innumerevoli COP (conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che forse siamo prigionieri del noto adagio beckettiano: «Fallire sempre, fallire meglio».

Val Bondone Ghiacciai del Bondone 1929 2015 SITO 1929  Val Bondone Ghiacciai del Bondone 1929 2015 SITO 2015

I ghiacciai non possono mentire. I ghiacciai ci mostrano, senza tante parole e sempre più insistentemente, la cifra del nostro attuale fallimento collettivo sulle politiche per il clima.
In ogni modo sarà utopia ma, speriamo che le immagini che presentiamo, possano dare un contributo, seppur infinitesimo, per una presa di coscienza collettiva quale prerogativa essenziale per ogni tipo di cambiamento sia a livello personale sia, soprattutto, a livello istituzionale.

Un cambiamento necessario ed urgente anche perché, come ci ricorda l’ultimo report (aprile 2022) del gruppo di lavoro dell’IPCC, (Intergovernmental Panel on Climate Change) superati i 2 gradi, a rischio non saranno solo i ghiacciai ma, anche la civilizzazione per come la conosciamo.

Consideriamo che abbiamo il 50% di possibilità di arrivare già ad un aumento di un grado e mezzo entro 4 anni (in singole annate).
A tal proposito, ci riecheggiano nella testa i versi della recente “Vita su Marte” dei Marlene Kuntz dove Cristiano Godano, proprio a proposito della crisi climatica, ripete con amara ironia:

“Chi ce la farà e chi non ce la farà...Canta che ti passa ....Nel caso poi si vedrà”

R.S. - M.O.
Operatori del Servizio Glaciologico Lombardo

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